Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

venerdì 20 febbraio 2009

WALTERLOO

Il PD è in ginocchio e non si rialzerà... parafrasando Clark Gable.
L’ennesima batosta elettorale non poteva essere metabolizzata con le solite giustificazioni e Veltroni ha fatto bene a dimettersi.
Purtroppo le Primarie del 14 ottobre 2007 furono una farsa, consultazioni blindate ad esito scontato…
Ed infatti Veltroni, pur avendo avuto 3 milioni di voti, sapeva che quella straordinaria legittimazione popolare era “farlocca” e per questo in questi mesi di lenta agonia non ha mai esercitato una qualsivoglia forma di leadership continuando a tollerare le beghe interne tra le varie correnti come un amministratore di condominio...

Ora D'Alema, proprio lui, rispunta fuori: quello della Bicamerale e degli inciuci con Berlusconi, quello dei bombardamenti sul Kosovo in palese violazione della Costituzione, quello dei flirt con Hezbollah, quello al qual Nanni Moretti chiede di dire qualcosa di sinistra... Come lo scorpione della favola di Fedro, ha ripetutamente punto la rana sulla quale attreversava il fiume ovvero Occhetto, Prodi, Rutelli ed, infine, Veltroni... ritenendo di essere il "migliore" e di saper e poter fare tutto da solo.
Veltroni ha comunque la grave colpa di aver accettato il gioco delle Primarie all’italiana invece di battere i pugni sul tavolo e pretendere un candidato dell’area dalemiana con cui confrontarsi duramente come Obama con la Clinton.
Non si può avere un partito a vocazione maggioritaria senza un leader forte che comanda e detta le linee guida. Il navigare a vista con clamorosi scivoloni e contraddizioni interne erano un chiaro indicatore di come il PD come partito "vero" non esistesse.

Purtroppo in molte tematiche il PD è veramente il PDmenoelle che dice Beppe Grillo… vedasi QUESTIONE MORALE.
Di rinnovamento nel PD non ce n’è quasi stato, le due parrocchie DS vs Margherita sono rimaste intatte ed i pochi elementi nuovi non appartenenti ad esse vengono isolati, boicottati ed ostacolati.
Si sono cambiati i simboli ed i colori, ma gli uomini chiave sono rimasti sempre gli stessi.
Non si capisce veramente perché il PD avrebbe dovuto riscuotere dei successi elettorali con questi presupposti soprattutto contro un Centrodestra che è una straordinaria macchina elettorale oramai in tutte le regioni italiane.

In questi giorni di primarie locali per i prossimi voti amministrativi i candidati di Partito, appartenenti alla solita nomenklatura, sono stati sonoramente sconfitti dai candidati outsider come il 34enne
Matteo Renzi che ora è il canditato alla sindacutura di Firenze
Il problema è che il cambiamento dal basso è lento e ci metterà almeno 10 anni ad arrivare al vertice, sempre che il PD non si frantumi prima e si sciolga.
La classe dirigente nazionale del PD vive nell’Iperuranio e ragiona con schemi davvero allucinanti: andrebbe azzerata immediatamente, invece già si parla di una lenta transizione con Franceschini nel ruolo di Caronte...

Se la Destra affronta i problemi concreti col populismo e la demagogia dell’emergenza continua, la Sinistra catto-ex comunista si rifiuta di vedere i problemi che non le garbano, perché cozzano con la formazione culturale “sessantottina” tutta diritti e niente doveri e quando questi problemi poi sono virulenti (IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E SICUREZZA in primis) pretende di affrontarli col piglio ideologico, condannandosi in partenza al fallimento.

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lunedì 9 febbraio 2009

WORDS LIKE VIOLENCE



Nel caso di Eluana Englaro il nostro Paese sta dando veramente il peggio di sé entrando con una volgarità ed un cinismo inimmaginabile dentro una tragedia privata, buttando in politica una vicenda di cui la politica per 17 anni non s’è interessata, bloccata com’è dal timore reverenziale verso uno Stato Estero teocratico e gli anatemi lanciati dalle sue alte gerarchie. Una politica che ora sta portando avanti uno dei più gravi attentati all'ordinamento costituzionale mai registrati nella storia repubblicana.
C’è da vergognarsi di essere italiani per quel che sta accadendo al capezzale di quella povera ragazza. Ora c’è chi teme che soffra se le tolgono l’alimentazione artificiale. Ma per 17 anni non ve lo siete posti il problema se ha sofferto? Perché vi preoccupate delle sofferenze finali e non di tutte quelle passate? Se pensate che Eluana sia in qualche modo cosciente al punto da soffrire, voi ritenete che debba continuare a soffrire per sempre? Prigioniera di un corpo che mai potrà riacquistare quelle funzioni senza le quali non è vita umana? Voi pretendete di disporre delle sofferenze altrui? Ma perché non vi comprate delle scarpe chiodate e vi mettete a ballare il tip tap sulla pancia di quelli che la pensano come voi se avete tutta questa gran voglia di provocare e perpetuare la sofferenza, compratevi un cilicio, fustigatevi, insomma, fate quello che volete per soffrire, ma fatelo a voi e non imponetelo agli altri.
E anziché fare le sceneggiate con i panini sotto la clinica per dare da mangiare a chi di quel cibo non se ne fa niente, andate in Africa a portare i panini nel Darfur, lì quelli che muoiono tutti i giorni non sono in stato vegetativo da 17 anni ma sono nati da 17 mesi e vorrebbero vivere, ma voi di quelli ve ne fottete alla grande, perché se andate a regalare un chilo di pane in Africa non vi si fila nessuno, nemmeno uno straccio di telecamera, manco due colonnine in cronaca, invece se andate a fare cagnara sotto la clinica di Eluana siete la notizia d’apertura del Tg delle 20.
Il talebanismo etico, specie se a giorni alterni, è insopportabile.
La speculazione sul dolore altrui (e vedere una figlia in quelle condizioni ogni giorno per tanti anni dev’essere un dolore indicibile, una cosa che “normalmente” dovrebbe farti impazzire), questa speculazione da la nausea.
Ci sarà anche qualcuno in buona fede fra quelli dei panini, ma danno la nausea lo stesso.

Cara Eluana, non sappiamo se senti o se pensi. Ma crediamo che tu abbia diritto alla pace ed al silenzio attorno a te ed alle persone che ti vogliono bene. Scusaci anzi se abbiamo parlato di te, aggiungendo un piccolo rumore al chiasso che circonda il tuo dolore e quello dei tuoi cari.

La Segreteria del Partito dei Giovani

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venerdì 9 gennaio 2009

CANCELLIAMO IL CANONE RAI


La maggior parte degli italiani (non evasori) si è dimenticata, a causa della consuetudine familiare, che è possibile disdire l'abbonamento RAI, così come si fa con le altre emittenti (satellitari o digitali terrestri).
La RAI è lontanissima dal modello di indipendenza della BBC inglese ed è presidiata dalla gerontocrazia politica che ha fatto sprofondare l'Italia verso il fondo della palude e che controlla in maniera sistematica l'Informazione. E gli abbonati non hanno mai voce in capitolo sulla televisione di Stato che è diventata nel suo palinsesto speculare alla TV commerciale con programmi immondi che offendono l'intelligenza umana.
Da ora fino a novembre si può dare la disdetta del canone.
Chi disdetta il canone può iscriversi al gruppo di Facebook:
Cancelliamo il canone RAI.
Le istruzioni:

- Prendere il libretto senza strapparlo in mille pezzi
- Copiare il numero di ruolo dal libretto di abbonamento alla televisione. In assenza chiedere un duplicato con raccomandata A.R. all'indirizzo abbonamenti TV (1° ufficio entrate Torino - S.A.T. Sportello Abbonamenti Tv - Casella Postale 22 - 10121 Torino)
- Non avere pendenze come arretrati o multe
- Versare 5,16 euro con vaglia postale, specificando nella causale del versamento "per disdetta canone numero di ruolo" (scrivere il proprio numero di ruolo)". Beneficiario del versamento: S.A.T. casella postale 22, 10121 TORINO; l'agenzia di pagamento: TORINO VAGLIA E RISPARMI
- Staccare dal libretto la cartolina "d", (la "b" se il libretto è recente) intitolata "denuncia di cessazione dell'abbonamento tv". Barrare la casella 2 che ha la richiesta di suggellamento e compilare gli spazi segnati riportando numero del vaglia e data del versamento
- Nello spazio sottostante vi è lo spazio per per la data di spedizione della cartolina: va riportata e apposta la propria firma. Sul retro della cartolina riportare nome, cognome e indirizzo del titolare che intende disdire. Correggere eventualmente il vecchio indirizzo URAR TV in S.A.T.
- In mancanza della cartolina per la denuncia di cessazione dell'abbonamento, usare la cartolina per le comunicazioni generiche e scrivere:
"Il sottoscritto (nome, cognome, indirizzo) chiede la cessazione del Canone TV e chiede di far suggellare il televisore (numero di ruolo:...) a colori detenuto presso la propria abitazione. A tale scopo ha corrisposto l'importo di 5,16 euro a mezzo vaglia postale n.... del.../.../... sul quale ha indicato il numero di ruolo dell'abbonamento"
Fare una fotocopia della cartolina (davanti e dietro). L'originale della cartolina va spedito con raccomandata ricevuta ritorno all'indirizzo già stampato.
- Attendere il ritorno della ricevuta di ritorno
- Spedire con raccomandata A.R. all'indirizzo del S.A.T. il libretto di abbonamento originale completo con tutto quanto contenuto, tenendo a casa le ricevute dei pagamenti degli ultimi 10 anni (o da quando si è abbonati).


La disdetta va completata entro il 30 novembre 2009. A fronte di quanto sopra, la RAI potrà rispondere richiedendo i vostri dati anagrafici, la marca dell'apparecchio da suggellare e dove si trova.

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venerdì 19 dicembre 2008

BUON NATALE

La segreteria del Partito dei Giovani augura a tutte le giovani ed a tutti i giovani d'Italia un Natale pieno di gioia e serenità!

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mercoledì 17 dicembre 2008

ORA COME LA METTIAMO?


E’ necessaria una rivoluzione culturale che superi il vetusto concetto di Prodotto Interno Lordo (PIL) per misurare lo stato di salute dell’Economia, perché il PIL si basa sull’assurdo fisico della crescita continua ed illimitata e non tiene conto del prezzo (le cosiddette esternalità) che si paga per sostenere un tale tipo di crescita.
Il Capitalismo Finanziario mondiale sfrenato figlio di una Globalizzazione senza regole e controlli è crollato e sta trascinando sul fondo anche il Capitalismo Industriale, il cui simbolo è l’industria dell’auto che già da anni soffriva di una capacità produttiva sovradimensionata.

Nessuno ha mai calcolato le conseguenze in termini di consumo di risorse energetiche e di danni all’Ambiente e alla Salute del tanto elogiato per la sua efficienza metodo
JUST IN TIME, inventato dalla Toyota e poi adottato da tutte le altre case automobilistiche che ha trasferito i grandi magazzini fisici di materie prime, semilavorati e pezzi d’assemblaggio sui TIR in giro per le strade.
Più di novantamila automobili (e il numero cresce) bloccano il porto di Bremerhaven, sul Mare del Nord, il maggiore punto europeo di ingresso e di uscita di veicoli. Prodotte ma invendute (
Corsera).
La Politica dei paesi occidentali e sviluppati è incapace di concepire un mondo diverso da quello attuale e di avviare un percorso di riforme dell’Economia verso un modello di sviluppo qualitativo e non meramente quantitativo, perché è succube da tempo del potere economico-finanziario che non ha mai voluto il cambiamento perché non ne capiva l’importanza e lo considerava pericoloso per gli affari ed il mercato. Stili di consumo più consapevoli sono un nemico per la grandi corporations.
Ma l’assenza di una Politica forte ha spinto le nostre economie verso una crisi al buio davvero imprevedibile nelle conseguenze. E questa Politica legittimata da una democrazia anestetizzata dalla società dei consumi sfrenati in piena crisi valoriale è stata completamente sorda al grido di allarme che molte persone illuminate ripetevano da anni, gridando inutilmente alla Luna…
La Politica dei paesi occidentali e sviluppati è incapace di concepire un mondo diverso da quello attuale e di avviare un percorso di riforma dell’economia verso un modello di sviluppo qualitativo e non meramente quantitativo, perché è oramai succube da tempo del potere economico-finanziario che non ha mai voluto il cambiamento perché non ne capiva l’importanza e lo considerava pericoloso perché potenzialmente pericoloso per gli affari ed il mercato così come è ora.
Ma l’assenza di una Politica forte ha spinto le nostre economie verso una crisi al buio davvero imprevedibile nelle conseguenze. E questa Politica legittimata da una democrazia anestetizzata dai consumi sfrenati con una società in piena crisi valoriale è stata completamente sorda al grido di allarme che molte persone illuminate ripetevano da anni, gridando inutilmente alla Luna…
Si consiglia la lettura di una simpatica rivisitazione della fiaba della formica e della cicala al seguente
link.

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mercoledì 5 novembre 2008

NON E' UN PAESE PER VECCHI


Barack Obama è il 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America.
Il 47enne senatore democratico dell'Illonis stravince sul 72enne candidato repubblicano John McCain, diventando il primo afroamericano alla guida del Paese più potente del mondo.
McCain si è visto sfuggire la vittoria perdendo una serie di stati chiave a partire dall'Ohio, dove nel 2004 George W. Bush aveva ottenuto la rielezione con uno stretto margine, e la Virginia, dove i democratici non vincevano dal 1964.
La vittoria di Obama, padre del Kenya e madre del Kansas, rappresenta una pietra miliare nella storia degli Stati Uniti, a 45 anni dal movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King.
Lo slogan di Obama "YES, WE CAN" risuonato nei due anni di durissima campagna elettorale, iniziata in seno al Partito Democratico durante le primarie contro la ex first lady Hillary Clinton, è stato profetico e di buon auspicio.
Gli Stati Uniti hanno voluto il cambiamento e svoltato pagina dopo gli 8 anni di George W. Bush che, complice la crisi finanziaria scaturita dai mutui subprime, era piombato ai minimi storici di consenso popolare.
I nuovi elettori, i giovani, hanno votato in massa Barack Obama, stufi del dominio delle lobby dei petrolieri, dell'industria pesante e delle armi che condizionavano ogni mossa di Bush.
Questo dimostra quale potere immenso possano avere i giovani col loro voto e come l'idea fatalista che le cose non possano mai cambiare perchè i poteri forti sono, appunto, troppo forti sia sbagliata.
Anche i poveri, quelli che vivono ai margini dell'opulenta e sprecona società americana dei consumi insostenibili, quelli che solitamente non votano, questa volta si sono messi in fila per ora davanti a scuole e chiese ed hanno esercitato il proprio fondamentale diritto democratico al voto ed hanno sconfitto una certa idea di America.
Obama vince le elezioni grazie alla Rete, ai fondi raccolti on line direttamente dagli elettori, Un miliardo di dollari con 100 dollari medi di donazione. Risponderà agli americani, non alle lobby.
Il sogno americano esiste ancora.
Certo, il compito di Obama non sarà facile, ma almeno il mondo ora può sperare che gli USA riprendano il loro ruolo di faro guida per cercare di salvare il Pianeta dall'auto-distruzione verso la quale il modello di sviluppo economico stelle e strisce (esportato per osmosi verso gli altri paesi) basato sulla crescita continua ha spinto.

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martedì 28 ottobre 2008

MA I GIOVANI?


Il Partito Democratico ha fatto la sua grande manifestazione.
Annunciata da mesi, Veltroni ha riempito il Circo Massimo e subito si è creata la solita polemica sui numeri e sulle persone presenti. Certo è che sparare 2 milioni e mezzo di partecipanti non è un grande segno di serietà da parte del leader del PD.
Non brilla nemmeno il leader del PDL ed attuale presidente del consiglio Berlusconi che mostra chiaramente tutta la sua scarsa sopportazione verso le opposizioni che si ricordano ogni tanto di fare il proprio mestiere...
Veltroni prima strappa con Di Pietro, ma poi converge verso le sue posizioni (e sottoscrive l'accordo con l'IDV in Abruzzo per le Regionali) che d’altra parte sono giustificate dal fatto che esiste una maggioranza al governo convinta non di aver vinto delle libere (?) elezioni democratiche, ma di aver conquistato il potere.
Di Pietro seppur con toni e forme non sempre “auliche” fa opposizione dura, perché ha colto bene l’essenza di questo Governo e della sua maggioranza parlamentare di yes men: Berlusconi va tirato dentro una partita di rugby e non in un incontro di scherma se si vuole sperare minimamente di schiodarlo dalla poltrona di Palazzo Chigi.
Alla manifestazione di Roma però mancava una componente fondamentale, quella del movimento studentesco attualmente in agitazione contro la riforma Gelmini ed i tagli imposti da Tremonti a Scuola ed Università.
E non è un caso visto che, a suo tempo, il ministro diessino Mussi levò 80 milioni di Euro alla Ricerca per regalarli ai camionisti incavolati per il caro gasolio o il ministro Berlinguer fu liquidato appena provò ad inserire dei premi economici ai docenti basati solo su criteri meritocratici...
Certo, c’erano i giovani democratici a fare colore come sempre ci sono, ma qual è la loro incidenza sulle strategie del Partito? E, soprattutto, dove sta il turnover nella dirigenza? Basta vedere chi era in testa al corteo, per capire che di ricambio nemmeno a parlarsi…
In realtà i giovani come entità e categoria sociale è stata espulsa dalla politica da circa 15 anni ed in questo non c’è differenza tra Destra e Sinistra, se si possono ancora chiamare così dei contenitori eterogenei e sostanzialmente privi di un vero ideale e di un progetto politico discriminante.
I giovani sono, purtroppo, una massa priva di coscienza di sé e della potenza che potrebbero scatenare, dell’energia dei meglio anni che sarebbe in grado di rivoltare questo Paese paludato dalle fondamenta.
Relegati ai margini della società vivono in un limbo di sfiducia ed apatia, di disimpegno e disinteresse, si lamentano di non avere un futuro, ma non fanno nulla perché essi possano diventare artefici del proprio destino. La gerontocrazia decide per loro ed ovviamente non perde occasione per metterglielo in quel posto ogni volta che c’è bisogno.
I giovani guardano i Partiti con diffidenza e come non dovrebbero, vista la continua incoerenza e scarsa serietà della classe politica italiana e la totale assenza di politiche giovanili.
Ma la Politica autoreferenziale non ha bisogno di loro, ogni tanto ne coopta qualcuno nel ruolo di servo sciocco del padrone, ma per il resto approfitta alla grande di questa situazione continuando a banchettare del salone dei ricevimenti del Titanic…

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